La tartaruga e la luna
Quando la piccola tartarughina vide la luce, non poteva sapere chi fosse il padre, perché nemmeno la madre ne era sicura. La mamma tartaruga prima di deporre le duecento e passa uova sulla spiaggia ha incontrato diversi maschi, e l’incontro con ognuno di essi è durato anche giorni.
Deposte le uova, la mamma tartaruga era andata via, lasciando al loro destino i piccoli, se mai fossero riusciti a nascere. “Beati i mammiferi”, avrebbe pensato la piccola tartaruga una volta acquisita coscienza di sè, ma questo non sarebbe avvenuto prima dei prossimi cinque o sei anni. Al momento aveva solo un piccolo dente da uovo e una sorta di missione: rompere il guscio, uscire dalla sabbia e correre a più non posso verso la luce, per nuotare fino a dove si incontrano tutte le tartarughe.
Il guscio si è rotto facilmente, più o meno. Ora non restava che il lavoro più faticoso: scavare nella sabbia. Sarebbe servito un giorno, almeno. La cosa tragica era che lei e i suoi fratellini e sorelline avrebbe visto la luce solo al buio, di notte. Una roba genetica. Nel momento della schiusa accadeva una sorta di miracolo: nel cervello della tartaruga venivano impresse le coordinate di quel nido, una sorta di imprinting elettromagnetico che avrebbe determinato il suo ritorno, una volta adulta. Per quanto alle tartarughe piacesse vivere libere nel mare profondo, la casa è sempre la casa. E quindi tornava sempre lì, di mamma in figlia, da trentamila anni.
Scavata la sabbia umida della sera, la piccola tartaruga era riuscita a cacciare fuori la testa, poi le zampe anteriori, quindi tutto il guscio, fino alla coda. Quindi veloce verso la luce! Il libretto di istruzioni della vita non ce l’ha nessuno, ma tutti noi abbiamo impresso una sorta di tutorial per i primi istanti. Non sai nulla di come andrà la vita, ma per quei pochi minuti dalla nascita, ti hanno fornito il codice per farlo in autonomia. Così come il cucciolo cerca il capezzolo della mamma, così le piccole tartarughe corrono istintivamente verso la luce della luna che si riflette nel mare. Peccato però che quella non è la luna, ma il lampione della provinciale, piantato lì a pochi passi dalla sabbia, intorno al quale ogni estate si consumava una strage.