Calendario Serveco 2024. Poesie e illustrazioni

È vero, alle volte è un inconveniente essere nati,
ma finché si è in vita, bruciate fino in fondo

Emil Cioran
(1973)

Gennaio 2024

Elegia

Nell’ultima luce c’è ancora un uccello
con le ali dispiegate sopra il ghiaccio
e lascia vagare il fuoco dei suoi occhi
sulla superficie pavimentata di bianco,
finché il buio lassù non lo sorprende.
Il lago ha un luccicore bianco. Io fumo.
Dove c’erano solide rive, stanno ritti
giunchi, che il ghiaccio non è riuscito a falciare. Puritani resistenti alle intemperie al confine fra terra e lago. Più in alto i pioppi.
Nella cavità sotto le loro radici
nidificano animali. Ascolto spegnersi
il sordo mormorio prodotto dal vento
che fruga negli steli. Non proprio
scuro né proprio chiaro, il crepuscolo
impregna il congedo della luce.
Proprio adatto alla grigia cappa di nubi
che unifica l’Europa: da Oslo a Napoli fino
a me. Sì, fino a me, l’adattato,
che per lungo tempo la fortuna ha amministrato: che, come molti, non voleva parlare né
gradiva agire, che si lasciava scrivere,
per il quale le gocce d’acqua d’estate erano congetture per riempire il testo – in modo che
lo si potesse far leggere. Lascia correre, sognatore. Nella mia tasca noccioli di prugne, con la dolcezza dell’estate; su un pascolo sopra il lago
sono stato seduto sull’albero accanto agli uccelli, finché caddero. Tu vedi fantasmi,
ripetizione, morte. In verità la vita si è
solo raggomitolata per risparmiare energia.
In verità stai già da tempo dove si tirano le somme.


Michael Krüger

da Dietro il confine,
trad. Luigi Forte, in Di notte tra gli alberi, (Donzelli, 2002)

Illustrazione di La Tram

Febbraio 2024

Sul crepuscolo dello stesso giorno, sognò questa statua. La sognò viva, tremula: non era un atroce bastardo di cavallo e di tigre, ma queste due veementi creature ad un tempo, e anche un toro, una rosa, una tempesta. Questo molteplice iddio gli rivelò che il suo nome era Fuoco, che in quel tempio circolare (e in altri eguali) gli erano stati offerti i sacrifici e reso il culto, e che magicamente avrebbe animato il fantasma sognato, in modo che tutte le creature, eccetto il Fuoco stesso e il sognatore, l’avrebbero creduto un uomo di carne e di ossa. Gli ordinò di inviarlo, una volta istruitolo nei riti, nell’altro tempio in rovina le cui torri sussistevano più a valle, affinché una voce tornasse a glorificare il fuoco in quell’edificio deserto. Nel sonno dell’uomo che lo sognava il sognato si svegliò.

Jorge Luis Borges
da Le rovine circolari, in Finzioni, trad. Franco Lucentini (Einaudi, 2005)

Illustrazione di Danijel Žeželj

Marzo 2024

Per molto tempo ho voluto esplorare come il fuoco consuma, per capire la natura della combustione e come tutto vive e muore nella combustione per formare un’unità perfetta.

Alberto Burri, da un’intervista

Illustrazione di Giorgio Carpinteri

Aprile 2024

Il fuoco –
un’allucinazione della fisica ma necessario – come trucioli di cielo in rivolta – o girandole febbrili.

Kim Jang-Sung, inedito

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Maggio 2024

Accoccolato nella neve, districava i rami dalla boscaglia e li dava direttamente in pasto alle fiamme. Sapeva che non poteva permettersi di sbagliare. A 60 sotto zero, uno che abbia i piedi bagnati non deve fallire il primo tentativo di accendere un fuoco. Se ha i piedi asciutti, e fallisce, può fare un chilometro di corsa lungo la pista per ripristinare la circolazione. Ma la circolazione, in un piede bagnato e in via di congelamento, non si ravviva più neanche correndo, a 60 sotto zero; per quanto veloci si possa correre, il piede si indurisce vieppiù nel gelo.Tutto questo l’uomo lo sapeva. Il vecchio di Sulphur Creek gliene aveva parlato l’autunno passato, e adesso il consiglio gli riusciva prezioso. Già i piedi erano diventati completamente insensibili. Per farsi il fuoco era stato costretto a togliersi i guanti, e le dita si erano immediatamente intorpidite.[…] I piedi bagnati furono i primi a congelarsi, e le dita nude ad intorpidirsi, ma senza gelarsi. Naso e guance si erano cominciati a congelare, ed egli sentiva tutta la pelle del corpo rabbrividire, abbandonata dal tepore del sangue. Ma ormai era salvo. Dita e naso e guance sarebbero stati solo sfiorati dal gelo, dal momento che il fuoco aveva preso ad ardere con lena.

Jack London
Jack London

Illustrazione di Andrea Scoppetta

Giugno 2024

Incendio

se riuscirai a entrare in casa e
qualcuno starà ardendo sul tuo letto
e l’ombra di una città sorgerà nella cera del pavimento e dal soffitto cadrà una pioggia brillante
continua e minuta – non aver paura

sono i tuoi antenati che per un momento
si sono alzati dall’inerzia dei secoli e vengono a trovarti

di’ loro che vive vicino al mare da cui
salpano navi cariche di paure
della fine del mondo – di’ loro che si è consumata la dimora di una vita intera e chiedigli
di mormorare un’ultima canzone per gli occhi
e addormèntati senza lacrime – come loro per terra

Al Berto
Da Orto di incendio, a cura di Federico Bertolazzi, (Passigli, 2018)

Illustrazione di Chiara Raimondi

Luglio 2023

Appena passata la mezzanotte il cielo si inondò di luce e tutto si fece chiaro nel giardino del re come se fosse giorno. Era stato l’uccello di fuoco a illuminare tutto. Planò silenzioso in volo e subito si posò sull’albero che dava mele d’oro. L’albero era sorvegliato dal principe Ivan che aveva ricevuto l’ordine da suo padre il re di catturare il ladro delle mele. Infatti l’uccello di fuoco ne era ghiotto e ogni volta che il sonno calava sugli occhi del mondo veniva a mangiarne qualcuna rubando quelle più preziose che si accendevano al riflesso della sua luce. Anche quella notte cominciò a strappare i frutti maturi dai rami. Ma il principe lo aveva atteso a lungo, nascosto in un angolo, lavandosi la faccia con la rugiada per tenersi sveglio, e quando lo vide arrivare si avvicinò rapido all’albero e lo catturò afferrandolo per la lunghissima coda di fuoco. L’uccello, allora, cominciò ad agitarsi strepitando e agitando le grandi ali fiammeggianti per sfuggirgli. Ci fu un’accesa lotta fra i due, ma l’uccello ebbe la meglio e Ivan perse la presa ruzzolando per terra. Tutto sopra di lui si fece buio quando l’uccello si allontanò volando. Gli era rimasta in mano soltanto una penna della coda, che ardeva emanando una luce fortissima ma senza bruciare che rischiarava la sua mano. E Ivan fu contento perché, anche se non era riuscito a prenderlo, aveva una prova da mostrare a suo padre il re che aveva scoperto il ladro.

Aleksandr Nikolaevič Afanas’ev
Estratto da Favola del principe Ivan, dell’uccello di fuoco e del lupo grigio
Libera traduzione di Antonio Lillo

Illustrazione di Luca Zontini

Agosto 2024

Il mondo è sconfinato e in pari tempo come la propria casa,
perché il fuoco che arde nell’anima partecipa all’essenza delle stelle…

Perché il fuoco è l’anima di ogni luce, e nella luce si avvolge il fuoco.


György Lukács
da Teoria del romanzo, a cura di Giuseppe Raciti (SE, 2004)

Illustrazione di Barbara Baldi

Settembre 2024

Gli Zeri Ci insegnarono – il Fosforo – Imparammo ad amare il Fuoco Maneggiando il Ghiaccio – da Ragazzi –
E lo Stoppino – indovinammo – per il potere

Degli Opposti – di rendere simile ogni Cosa – Le Eclissi – i Soli – implicano –
La Paralisi – il nostro Abbecedario muto Verso la Vitalità –

Emily Dickinson
Da Tutte le poesie, a cura di Giuseppe Ierolli, Mondadori, 2022

Illustrazione di Manuel Fior

Ottobre 2024

La canzone

Chissà come mi scotta il sole
Se allungo le mie mani
Per toccarlo
Immergo le mie mani nel suo fuoco Che consuma e mi rigenera
Mi illudo
Che mi possa consumare
Con tutti i sogni che ci tengono in vita Si fanno e si disfanno ad occhi aperti Ci sono due fuochi nei miei sogni
Il fuoco del sole
Il fuoco dei fucili
E un boato che ruggisce fino al cielo
E poi ricade come pioggia
Sopra i corpi
C’è una voce che mi chiama alla vita Alla lotta alla fede
E una voce che canta la canzone
Della nostra morte
Dove almeno il mio cuore è libero Dove almeno il mio cuore è libero
Di scegliere
Di non perdonare.

Moses Bantu, inedito

Illustrazione di Caterina Costa

Novembre 2024

S’incagliano le nuvole
sul pendio basso, a occidente. tra gli abeti il vento
si fa spazio, le cime
piccoli compassi senza punta.
Non è ancora freddo nella casa,
c’è un ricordo di fuoco
rannicchiato sotto la finestra.
Il sole lo corteggia un poco
poi fa la ruota e bagna il mare
in lontananza.
I giorni qui non hanno nome
si fanno accatastare tra la legna.

Michele Paoletti
da Foglie altrove (Arcipelago Itaca, 2020)

Illustrazione di Andrea Serio

Dicembre 2024

…“Al primo volo
io con te lotterò, per superarti.
Fin dal battito primo, io sarò l’emulo
tuo, la mia forza intenderò per vincerti.
E la mia via sarà dovunque, ad imo,
a sommo, in acqua, in fuoco, in gorgo, in nuvola, sarà dovunque e non nel medio limite,
non nel tuo solco, s’io pur debba perdermi”…

Gabriele D’Annunzio, Icaro, in Alcyone, 1903

Illustrazione di Alessio Lo Manto